Conti correnti a privati protestati
Anche un privato il cui nome è stato inserito nel Registro Informatico dei Protesti ha la possibilità di aprire un conto corrente per protestati. Certo, il compito è impegnativo, poiché è molto probabile che le banche non concedano questa opportunità, ma le alternative a disposizione non mancano. Ovviamente è indispensabile fare in modo che il protesto scompaia, e quindi che i debiti insoluti vengano pagati. Che si tratti di un assegno non coperto, di una cambiale o di qualsiasi altra circostanza, occorre agire in modo da favorire la cancellazione del proprio nominativo dal registro dei protestati. Nel caso in cui il debito venga saldato entro un anno dal momento della levata, è sufficiente inoltre all’Ufficio Protesti della Camera di Commercio di competenza una istanza di cancellazione: a quel punto ci vorranno circa tre settimane prima che la pratica venga evasa. Se dal protesto passa più di un anno, invece, è indispensabile la cosiddetta riabilitazione, la cui competenza spetta al presidente del tribunale del circondario.
C’è, però, una terza strada che non prevede la cancellazione dal registro e la riabilitazione: si tratta di aprire un conto corrente senza rilascio di assegni, online e a zero spese. Vale la pena di tener presente, però, che aprendo un conto nuovo non si è automaticamente potetti rispetto all’esecuzione forzata sui soldi che vengono depositati.
Una via alternativa al conto corrente classico può essere individuata, dunque, nel deposito con codice Iban: in sostanza, non è prevista la facoltà di eseguire pagamenti a credito verso la banca. In questo modo il titolare del conto è comunque libero di eseguire operazioni tradizionali, come la ricezione di accrediti o l’esecuzione di bonifici. La richiesta può essere inviata con una raccomandata andata e ritorno o direttamente in filiale. Infine, può essere utile prendere in considerazione l’utilità e la comodità delle carte conto e delle carte prepagate.